Quando viene annunciato un titolo esclusivo per portatili di un grande e stimato franchise si è sempre entusiasti e scettici allo stesso momento ma alla sola idea di poter ripercorrere le vite degl’antenati di Desmond sulla propria PSP in completa mobilità non si può che essere contenti; ma qualcosa è andato storto dai laboratori di Ubisoft.
Sì ma.. Desmond?
Per quei pochi che non avessero mai giocato le versioni per console casalinghe di Assassin’s Creed sappiano che, abbreviando molto il plot narrativo, la storia è ambientata in un imminente futuro in cui Desmond, discendente di grandi Assassini del passato come Altair ed Ezio, è chiamato a rivivere le loro gesta tramite un apparecchio chiamato Animus. Di tutto questo in Bloodlines rimane solo l’interfaccia della suddetta macchina e la struttura a “ricordi” della narrazione: non si sa nulla di Desmond né di dove si trovi né di chi lo sta assistendo. Per le tre ore scarse di gioco totale, saremo catapultati in una spoglia e deserta Cipro nella quale saremo chiamati a fare corse furibonde per le comode vie della città e qualche insensata carneficina senza troppi perché. Se non fosse per il filosofico diario di Altair la storia non avrebbe proprio niente da dire.
Corri, corri, corri.
Molti elementi di questo videogioco sono stati ripresi di peso dal primo capitolo della serie, purtroppo gli elementi più evidenti sono i difetti: se ci si è lamentati tanto poiché l’intelligenza artificiale attacchi solo uno per volta sappiate che in questa iterazione, non solo è mantenuto questo dogma ma i nemici si disporranno educatamente in gruppetti di tre e se vi avvicinerete a muretti, non perderanno un attimo per scalarli per mantenere la formazione. Restando in tema capiterà anche che qualcuno dei pochi passanti in preda al panico decida di passare proprio in mezzo allo scontro o di mettersi a girare contro un muro. La fruizione è molto lineare, tanto che non esistono stimoli a completare le richieste secondarie: strade dritte e desolate danno vita a corse continue da un punto all’altro durante le quali non verremo quasi mai inseguiti ne sarà necessario passare dai tetti. Un altro elemento ripreso dal primo è la ripetitività delle missioni che si concluderanno bene o male tutte in un’insensata carneficina.
Le belle vedute.
Uno dei punti cardine della saga sono le grandi città completamente esplorabili senza caricamenti che riescono a creare vedute eccezionali; tutto questo va perso perché in Bloodlines le città sono infinitesimamente piccole e suddivise per aree, in più, ad ogni transizione ci sarà un caricamento che spezzerà enormemente il ritmo di gioco. Graficamente non ci sono dettagli di sorta tanto che anche i personaggi sono difficilmente distinguibili; strade anonime con edifici sempre uguali fanno da contorno. Anche dal punto di vista sonoro il lavoro ha grandi pecche: la musica che accompagnerà le nostre gesta è molto ripetitiva e incoerente con l’azione a schermo. Anche il doppiaggio pur mantenendo lo stesso cast della saga si rivela poco ispirato e piatto.
Commento finale
Assassin’sCreed Bloodlines è un prodotto che sa di contentino per i possessori della portatile Sony; non sa mai essere incisivo e non da nessun nuovo spunto. La realizzazione tecnica è notevolmente scadente paragonandolo con le controparti per home console. Per i fanatici della serie disposti a passare oltre alle pecche può essere un passatempo per un pomeriggio in spiaggia.
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