lunedì 18 aprile 2011

Tom Clancy's Splinter Cell Conviction

Sam Fisher è tornato e vuole la verità, la verità su tutto ma più di ogni cosa vuole sapere la verità sull’omicidio di sua figlia. Ma molto è cambiato in lui: non è più un agente della super tecnologica Third Echelon, è un’ombra silenziosa che uccide senza pietà chi gli si pari davanti senza che se ne accorga, è un uomo capace di estorcere informazioni a suon di pugni; il Sam Fisher che conoscevamo è morto insieme a Lambert.

“Certe volte bisogna usare le maniere forti”
Il titolo Ubisoft si presenta profondamente diverso rispetto ai suoi predecessori, si spoglia dell’impronta eccessivamente rigida e tattica che lo aveva contraddistinto in favore di un dinamismo ed una fisicità che danno vita a scene spettacolari e di grande impatto scenico. Buona parte dei gadget è stata abbandonata in favore di un approccio più diretto al nemico, ciononostante è fondamentale pianificare ogni passo prima di agire. Niente più hud complessi, per capire se siamo invisibili al nemico ora basterà notare le tinte bianco/nere di cui si tingerà lo schermo mentre ci muoveremo tra una copertura e l’altra, in oltre quando sfuggiremo dallo sguardo nemico potremo vedere un’ombra bianca di Fisher che raffigura la “ultima posizione conosciuta” sulla quale si accaniranno i nemici lasciandoci il modo di aggirarli. Un’altra grande aggiunta è il “marca e colpisci” che, al fronte di un’uccisione corpo a corpo, ci darà la possibilità di selezionare da due a quattro (a seconda dell’arma) avversari ed automaticamente ucciderli con un sol colpo; trovata molto scenica che non snatura mai il gameplay. Pur non essendo uno shooter, Conviction si fregia di una quantità esorbitante di armi che potranno essere modificate tramite le armerie sparse qua e là nella storia spendendo i punti guadagnati compiendo determinate azioni: pistole, mitragliette, mitragliatori, fucili a pompa ma anche granate di svariato genere che vanno dalla classica a frammentazione fino alla microcamera detonabile che può attirare i nemici, dalle mine di prossimità agli EMP. In aggiunta ad una campagna singolo giocatore che si attesta intorno alle nove ore c’è una corposa componente multigiocatore che ci darà la possibilità di giocare un’altra storia insieme ad un vostro amico e di partecipare a svariate altre modalità: complessivamente un’ottima longevità.

USA in pericolo + Presidente in pericolo = Tom Clancy
La storia prende inzio dal tragico epilogo di Double Agent e riprendendo personaggi e vicende dei precedenti capitoli imbastisce una nuova storia in cui la vita personale di Sam dovrebbe fare da protagonista. Lo stampo dell’ormai celebre scrittore Tom Clancy è più che percettibile: il background narrativo in cui li USA sono soggiogati da misteriose organizzazioni capaci di distruggere tutto tramite bombe a EMP si sposa perfettamente con le vicende più vicine a Sam. Amalgamando il tutto si ha una storia che fila spedita fino alla fine farcita di ricordi e anticipazioni, basata spesso e volentieri su colpi di scena e doppi giochi inaspettati. La storia del singolo uomo mosso dalla disperazione che riesce a sgominare un’intera organizzazione salvando la vita al presidente forse non è l’emblema dell’originalità ma raccontata in questo modo sa dare un forte impatto agli avvenimenti. I personaggi sono ben caratterizzati e (doppiaggio a parte) hanno una buona recitazione anche in scene di gioco. In tutto questo pecca fortemente di un doppiaggio sommario che non riesce a trasmettere emozioni.

Luci ed ombre dell’Unreal Engine
Il lungo travaglio che ha accompagnato lo sviluppo dell’ultimo Splinter Cell si fa sentire: all’infuori del personaggio principale la modellazione degli ambienti e degli avversari non raggiunge le vette sperate. Ambientazioni spesso non molto variegate ed alcune texture in bassa risoluzione sono il tallone d’Achille della produzione Ubisoft le quali però non pregiudicano in nessun modo il risultato finale. Altri alti e bassi arrivano dall’intelligenza artificiale molto astuta nel cercare di stanarci quando ingaggiamo battaglia ma mossa da incredibile stupidità quando ci sono cadaveri a terra o nell’accanimento inutile verso l’ultima posizione nota. A tutte queste pecche fa da contraltare una fluidità perfetta che non cede mai anche nei momenti più concitati.

Commento
Tom Clancy's Splinter Cell: Conviction mette i fan della saga davanti ad una svolta importante dal punto di vista del gamplay; svolta supportata da una storia che sa intrecciare doppi giochi e complotti come solo Tom Clancy sa fare. Le modalità di gioco sia in single che in multi player assicurano una buona longevità. Gli unici rimpianti sono da muovere verso un comparto tecnico non più all’avanguardia e un doppiaggio abbastanza scadente.

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