Il mondo degli sviluppatori indipendenti sta sempre
prendendo più spazio nel campo dei videogiochi con prodotti d’immenso valore,
che spesso sono sviluppati da una sola persona. Gli esempi sono dei più
disparati: potremmo citare la rivelazione mondale di Minecraft, l’emozionante e
strappalacrime storia di To the Moon, l’angosciante e terrorizzante
ambientazione di Lone Survivor o, per concludere, l’entusiasmante Fez che tanto
sta facendo parlare di sé e dei suoi enigmi. Pur sprovvisti di budget
astronomici, gli indie riescono a creare mondi molto più fantasiosi rispetto ad
alcune facoltose produzioni tripla A, racchiudendo il tutto in pochi ma significativi
pixel. Uno dei capostipiti di questa categoria è per molti versi Superbrothers:
Sword & Sworcery EP.
Il giocatore è catapultato in un test nel quale gli viene
chiesto di governare la protagonista del gioco, definita come The Scythian,
la quale dovrà attraversare un viaggio onirico in cui si affronteranno combattimenti contro mistiche
creature e si vagherà per le lande magiche del regno dei sogni, il tutto scandito dal passare delle
fasi lunari. Soprattutto quando si parla di produzioni indie, diventa difficile far rientrare un prodotto tanto
particolare in un singolo genere: potremmo questo gioco come un action adventure,
con meccaniche da avventura grafica punta e clicca (che nella versione per iOs
si effettuano tramite il touchscreen) e un po’ di puzzle game.
Benché per la
maggior parte del tempo dovremo errare lungo la misteriosa foresta, il gioco si
concederà momenti d’azione in cui si dovrà sfoderare la spada (ruotando di
novanta gradi il dispositivo iOs oppure premendo il tasto destro del mouse
nella versione PC) e combattere con due semplici input: attacco e difesa.
Attraverso gli aiuti sonori e un buon tempismo ogni scontro sarà però
facilmente espugnabile. Per favorire l’utenza PC, che avrebbe trovato
eccessivamente difficile gestire tali situazioni esclusivamente con il
puntatore del mouse, è stato reso possibile utilizzare rispettivamente i tasti
X e Z della tastiera per migliorare la precisione di esecuzione delle mosse.
Per avanzare nella storia dovremo anche fare ricorso alla magia che ci permetterà
di risolvere piccoli enigmi in cui incapperemo sulla nostra strada. Essi spesso
si limitano alla pressione in successione di alcuni punti sullo schermo
seguendo degli schemi, che bisognerà con un po’ di trial & error, con trovate
stilistiche eccezionali, ma in alcuni casi arrivano a dei livelli di astrazione
tale che è quasi difficile comprendere cosa sia necessario fare. In questi momenti
viene in contro al giocatore la possibilità di chiedere aiuto attraverso Twitter, il quale è costantemente disponibile durante l’avventura, è va a creare così una nuova forma di
multiplayer sociale dove poter aiutare ed essere aiutati.
Le critiche più forti
che si possono muovere a questo prodotto derivano esclusivamente dalla
longevità, che si attesta intorno a quattro o cinque ore, e al fatto che non vi
sia alcun spunto di rigiocabilità se non quello di poter riascoltare le eccellenti musiche.
La fredda analisi di quest’opera non lascia trasparire
l’immensa qualità artistica che vi risiede. In pochi pixel i ragazzi di CAPY
Games riescono a ricreare un mondo vivo, magico ed emozionante, in cui ogni
cosa è al suo posto e la si può toccare. Ogni schermata è un dipinto a
quadretti in cui poter ammirare fino al minimo particolare, tanto che nella
versione per personal computer il cursore del mouse quasi sporca l’immagine.
Anche i personaggi godono di una caratterizzazione molto forte, nonostante
siano composti da pochi cubetti (ad esempio è praticamente impossibile
riconoscere il sesso della protagonista). In tal senso contribuiscono tanto
anche i testi in prima persona plurale, purtroppo completamente in inglese (nel frattempo è uscita una traduzione amatoriale che potete trovare qui), che
tendono a mescolare termini ormai non più di uso comune e neologismi, in un
risultato di grande effetto che in certi casi spiazza il giocatore con discorsi
astratti e non prettamente inerenti al gioco.
Se tutto ciò non bastasse per
definire questo gioco opera d’arte, bisognerebbe tenere conto anche delle
eccezionali musiche e gli effetti sonori creati da Jim Guthrie. Siamo di fronte
alla miglior colonna sonora in assoluto su dispositivi portatili e
probabilmente anche su PC. Ogni suono è nel posto giusto al momento giusto,
molte volte sarà necessario farsi guidare dai suoni per risolvere alcuni
passaggi, mentre la musica ci trascinerà costantemente durante tutta la durata
di questa esperienza. Il mio consiglio è quello di giocare con il miglior
setting audio a vostra disposizione: escluderlo completamente sarebbe equiparabile ad un
crimine contro l’umanità. Durante l'avventura sarà anche possibile incontrare il cantautore stesso, il quale ci inviterà a sedere in contemplazione di una sua esecuzione, nella
quale una semplice chitarra scordata può diventare una band completa grazie alla
magia e all'immaginazione.
Per chi ha intenzione di acquistare la versione PC
tramite Steam avrà la gradita sorpresa di trovare la colonna sonora compresa
nel download, per gli altri invece l’album è disponibile attraverso iTunes o,
per chi se ne intende, è anche sì possibile reperire il vinile in edizione
limitata.
Un’esperienza che affascina e ammalia dall'inizio alla fine.
Un viaggio retro, criptico e mai completamente esaustivo. Un esperimento
in cui si mette nelle mani di un giocatore il destino di un’avventuriera e gli
si chiede di proseguire in un doloroso cammino, attraverso delle domande, senza imposizioni
o obblighi morali.
Probabilmente un’opera che si ama o lascia indifferenti. A
nostro avviso è egualmente godibile sia su PC che su iOs, ma la sensazione di
stringere le sorti della protagonista e sentire il suo dolore tra le mani con
un iPad resta impagabile.
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