Le leggende sono racconti che sanno trasportare la mente di
chi ci s’interfaccia verso ambientazioni e fatti incredibili che vanno oltre l’immaginabile.
Niente di più azzeccato per la serie storica di Nintendo che decide di
festeggiare i 25 anni dall’uscita del capostipite con un nuovo capitolo che si
pone agli albori della storia, per quanto riguarda la narrazione ma allo stesso
tempo segna la fine di un ciclo produttivo non più sostenibile che necessita un’ampia
svecchiata per le iterazioni future.
Fly me to OltreNuvola
Skyward Sword tocca e rimodella tutte le caratteristiche
degli episodi della saga, specialmente quelle derivate dai capitoli poligonali. Lo shock iniziale è
grande per chi è un veterano: niente Hyrule, niente Epona e niente principessa
Zelda. Sì perché Zelda è una compagna di scuola di Link ed entrambi vivono in
un’isola sospesa nel cielo chiamata OltreNuvola nella quale vagano in groppa a
dei Solcanubi. Dopo pochi minuti dall’inizio vi tornerà tutto più chiaro, Zelda
sarà rapita e toccherà a noi, armati di scudo e spada, nella quale dimora la
nostra guida Faih, andare per le inesplorate terre al di sotto delle nubi. Il
sistema per cui non esiste più un overworld ma dei pre-dungeon a tema fa perdere
l’abituale densità della mappa ma funziona perfettamente e si intona a pieno
con lo spirito della saga: esplorazione, combattimenti, enigmi, tutti
perfettamente amalgamati come solo Nintendo sembra essere in grado di fare. La
storia vi estranierà dalla vita reale per circa 40 ore nelle quali avrete costantemente
la sensazione di essere l’eroe che deve salvare Zelda, l’unico capace di
compiere tale impresa prodigiosa. Peccato che il cattivo di turno, l’ambiguo Ghirahim,
non abbia il carisma del più terrorizzante Ganondorf facendo così sembrare un
po’ più spenta la disputa delle battaglie.
IIIyaaa!
Il sistema di controllo sfoggia un’integrazione totale del
WiiMotion Plus, obbligatorio per fruire del gioco. Ogni azione nell’arco della
storia si baserà sull’uso del sensore di movimento e potreste avere ogni tanto
il sentore di giocare a Wii Sport Resort con una stupenda favola di contorno. I
tanti enigmi e gli innovativi gadget fanno ampio e astuto uso delle nuove
possibilità date dal controller. Le note dolenti arrivano però dall’insensata
scelta di non utilizzare il puntamento con la barra a infrarossi bensì di
delegare il tutto al giroscopio che ha bisogno della taratura con il tasto
direzionale giù ogni qual volta è chiamato in causa; tale problema non
pregiudica la fruibilità del prodotto ma, alla lunga, stufa. Le altre aggiunte
quali la raccolta dei materiali per migliorare i gadget e la cattura degli
insetti per potenziare le tante pozioni si rivelano veramente secondarie e per
niente necessarie ai fini della storia. Ancora da capire il perché voler
inserire uno spirito guida così pedante e ripetitivo fino in fondo che, almeno secondo
noi, sarebbe eccessivo anche per un bambino, precisando che il gioco ha
connotazioni tali da rivolgersi ad un pubblico adulto e navigato.
Impressionismo da console
Quando si parla di comparto tecnico per un gioco Wii si
arriva sempre ai punti dolenti delle produzioni: Zelda si conferma outsider
sfoggiando una veste grafica che fa invidia alle produzioni in alta
definizione. Al fronte di una conta poligonale più che ottima, il lavoro più
grande è stato svolto sulle texture che rischiavano di apparire slavate non
appena ci si allontanava da esse; gli sviluppatori hanno pensato bene di
slavarle ancora di più facendo diventare ogni elemento sullo sfondo parte di un
fantastico quadro impressionista in movimento. Il comparto animazioni è strepitoso:
le soffici dita di Zelda che pizzicano la Lira, il mantello di Faih che fluttua
durante i balletti, l’espressione corrucciata stampata sul viso di Link all’ingresso
di un dungeon, la fluente chioma fiammeggiate di ..ops, spoiler.. tutte le piccolezze di cui è costituito il
mondo vi sorprenderanno in ogni momento. Nota di merito va ovviamente alla
colonna sonora che per l’occasione è stata registrata da un’intera orchestra
sinfonica. Nonostante la struttura rigida della registrazione orchestrale, le
musiche si rivelano dinamiche in molti casi come ad esempio il mercato, nel
quale esiste un motivetto di fondo che si va a modificare per ritmo e strumenti
a seconda del commerciante con cui si parla mantenendo però, sempre lo stesso
motivetto. Tenuto conto di tutti questi aspetti tecnicamente positivi, non si
spiega perché non si sia voluto finalmente introdurre un doppiaggio completo che
non avrebbe per nulla sfigurato visto le ottime animazioni facciali. Anche la
questione del Link muto perde sempre più di significato. La nuova generazione
deve portare grandi cambiamenti.
Commento Finale
Avete un Wii? Perché state perdendo il vostro tempo a
leggere quando potreste immergervi in uno dei giochi più belli disponibili al
momento! Non avete un Wii? Bhe è arrivata l’ora di riflettere sui propri errori
e rimediare. In un modo o nell’altro questo The Legend of Zelda: Skyward Sword
è un titolo che ogni videogiocatore non deve lasciarsi scappare per i suoi
molteplici significati intrinsechi. Certamente non perfetto e forse non all’altezza
dei suoi predecessori più illustri ma è sicuramente un grande passo avanti per
la serie che si appresta ad aprire nuove finestre sul futuro.
Nessun commento:
Posta un commento