giovedì 2 giugno 2011

Alan Wake

Dopo una lunga gestazione e numerosi cambi in corsa, Alan Wake arriva su Xbox 360 carico di grandi idee e di una storia che non verrà dimenticata in breve, un libro narrato attraverso un videogioco diviso in episodi come un telefilm.  Lasciamo dunque alla penna dello scrittore scegliere quale sarà l’andamento della storia!

Stephen King videoludico
Alan Wake è uno scrittore che ha perso la sua vena ispiratrice e si rifugia in un tranquillo villaggio in montagna per ritrovare la serenità necessaria a tornare al lavoro: un incipit che verrà presto stravolto dalla misteriosa scomparsa della moglie, incubi che sembrano reali, un misterioso manoscritto e una presenza oscura che incombe su tutto il villaggio. La voce di Alan farà da narratore ad una storia scritta come se fossimo davanti ad un libro ma con un gameplay solido su cui basarsi; la presenza di numerosi oggetti che prendono vita e cercheranno di fermare il malcapitato Alan fa ampi richiami alla letteratura di Stephen King, in più a dare una sensazione di trovarsi in una storia scritta su carta saranno le pagine del manoscritto che troveremo in giro sulle quali vengono riportate le scene che accadranno da lì a poco creando così ansiosa attesa per ciò che succederà. Il susseguirsi incalzante degli eventi culmina in una finale che lascia spazio a nuove idee sfruttate nei capitoli scaricabili tutt’altro che opzionali. Bright Falls tra luci ed ombre nasconde una moltitudine infinita di pericoli che vi faranno saltare sulla sedia.

Light my fire
Strutturato come uno shooter in terza persona, il titolo Remedy basa tutto il gameplay sull’utilizzo combinato di fonti di luce e armi da fuoco: ad esempio di fronte ad un nemico dovremo prima illuminarlo con la torcia ed una volta tolta l’oscurità che lo avvolge sparargli con l’arma selezionata. Tutto questo si riflette in una disperata ricerca di ogni cosa che proietti luce e, da buon survival horror, in una meticolosa attenzione alle munizioni ed alle pile. L’arsenale a disposizione di Alan si riassume in revolver, tre tipi di fucile, una pistola lanciarazzi e bengala o granate accecanti: ognuno ha la sua importanza nel corso della storia e il loro uso combinato è l’unico modo per scampare dalle tenebre. Ma non ci sono solo sequenze di shooting, ci sono anche lunghe sequenze parlate spesso interattive, lunghe camminate nei boschi con tanto di puzzle ambientali e, forse le meno riuscite, sessioni a bordo di auto; vi capiterà di restare minuti e minuti ad ascoltare vecchi che parlano oppure di trovare televisori in quali viene trasmesso un’inquietante programma o di ascoltare le trasmissioni dalle radio sparse in città, tutto per aumentare la consapevolezza del giocatore di quel che sta accadendo intorno al protagonista.

La giacca con le toppe non è rock
Il comparto tecnico di Alan Wake è il reparto che ha subito di più le continue posticipazioni e cambi di rotta del gioco; difatti si nota come l’impostazione sia rimasta quella del freeroming pur essendo passati ad un adventure abbastanza lineare. Le ambientazioni sono vaste e abbastanza dettagliate con un orizzonte costellato di montagne ben presenti e percettibili come distanze, gli interni sono ricchi di particolari da osservare ma comunque non si raggiungono mai picchi visti in altre produzioni. Il titolo spicca invece per la modellazione dei personaggi con dei volti molto espressivi e ottime animazioni del corpo.  Altro ambito in cui primeggia è la gestione delle luci che sanno accecare quando necessario ed essere un punto di riferimento nell’ombra più assoluta; purtroppo però in certi frangenti evidenziano qualche problema di aliasing. Il campionamento dei suoni è molto buono e dà le giuste sensazioni in base all’ambiente in cui ci si trova o a seconda dell’arma imbracciata; la colonna sonora è più che orecchiabile ed è un gradevole intermezzo tra un episodio e l’altro.

Commento finale
Alan Wake di Remedy è un prodotto carico di nuova linfa per il mercato videoludico. Caratterizzato da storia narrata come un libro che sa coinvolgere il giocatore. Tutto avvolto da un comparto tecnico che sfoggia personaggi ben dettagliati e suggestive ambientazioni che però non restano al pari con il tempo. L’estromissione dei due capitoli conclusivi dal pacchetto finale in favore del formato in DLC può far storcere il naso a qualcuno. Ed ora Alan, che scriverai nel tuo futuro?

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